Forse non tutti lo sanno, ma tra le energie rinnovabili, oltre a quella eolica, fotovoltaica, da biomasse e geotermica, c’è l’energia maremotrice, ovvero quella ricavata dalla forza delle maree. Si tratta di un particolare tipo di energia, che può essere ascritto all’energia idroelettrica, e che sfrutta la forza che le maree esercitano nel muovere enormi masse di acqua. Scopriamo allora come può essere utile all’uomo questa forma di energia, e come essa può aiutare l’ambiente.
Energia maremotrice: generata dai movimenti gravitazionali del Sole e della Luna
Sappiamo che le maree sono dovute alla forza gravitazionale esercitata dal Sole e dalla Luna sulle acque, forza che raggiunge il suo apice ogni 28 giorni (ciclo lunare). In questo apice, la velocità delle maree può raggiungere una velocità anche di 15 metri al secondo. Per raggiungere l’apice della forza all’energia maremotrice occorrono circa sei ore. Questo vuol dire che già in sole 12 ore una marea può sospingere fino a 115 miliardi di tonnellate di acqua! Tale potenza dell’acqua viene utilizzata per generare energia. Già anticamente la potenzialità delle maree era stata capita da molte popolazioni, tanto che non sono poche le costruzioni di pale e mulini ad acqua che convogliavano le acque verso flussi prestabiliti. Oggi, negli impianti più moderni, le acque delle maree vengono incanalate in alcuni tunnel, dove acquistano ancora più forza, la quale a sua volta servirà per alimentare la velocità di determinate turbine. Si tratta, in sintesi, di idrogeneratori, molto simili alle pale eoliche.
A cosa serve l’energia ricavata dalle maree e quali sono i suoi vantaggi e svantaggi
L’energia maremotrice, ricavata dal movimento delle maree, consente di generare energia elettrica in maniera completamente green, senza l’utilizzo di carburanti fossili o di petrolio. Come tutte le energie alternative, anche questa possiede i suoi vantaggi e svantaggi. I vantaggi possiamo dedurli anche osservando l’esempio pratico della centrale a energia maremotrice più grande al mondo: si trova in Corea del Nord presso il lago Sihwa. Operando senza sosta, questo impianto permette di alimentare l’energia elettrica per l’uso di una città (vicino a Seoul) di circa mezzo milione di abitanti. Ne consegue che viene risparmiato l’impiego di petrolio, che in Corea viene importato, in un numero di circa 860 mila barili all’anno, corrispondenti a 93 milioni di dollari. Inoltre il vantaggio è palese anche dal punto di vista ambientale, visto che vengono abbattute le emissioni di CO2 per un numero di circa 320 mila tonnellate! Si capisce bene, a questo punto, che i vantaggi dell’impiego dell’energia maremotrice sono enormi. Di contro, però, occorre mettere in conto anche gli svantaggi. Questi ultimi hanno a che fare con:
- I costi della costruzione ed installazione delle centrali: a parità di risultati, costa molto meno investire in un semplice impianto di energia idroelettrica.
- La specificità del territorio in cui creare una centrale: le maree devono creare un’ampiezza di almeno 3 metri, e in un Paese come l’Italia, protetto dal bacino del Mediterraneo, questo risulta alquanto difficile (a differenza dei territori oceanici).
- L’impatto sul paesaggio: la costruzione di una centrale che sfrutta la forza maremotrice potrebbe provocare un’erosione su alcuni terreni, in particolare nei pressi di bacini fluviali. In quest’ultimo caso, inoltre, i sedimenti di deposito dei fiumi potrebbero essere anche di impedimento al corretto funzionamento dell’impianto.
In sintesi possiamo concludere che, sebbene questo tipo di energia consenta di risparmiare davvero tanto in termini economici, e di aiutare la causa ambientale, non può essere impiegata in maniera immediata e semplice, perché le centrali per energia maremotrice hanno bisogno di determinate caratteristiche geo morfologiche. In Italia si sta capendo come organizzarsi al meglio per accogliere questo tipo di energia, soprattutto in zone portuali. Ne sono un esempio il porto di Civitavecchia e quello di Messina.